LA TORRE DI VELATE TRA STORIA, GEOGRAFIA E ARCHITETTURA
Sin
dal toponimo che la denomina, la Torre di Velate indica la frazione ove
si erge, ovvero l'antico borgo di Velate, parte della città di Varese.
Il borgo sorge in una zona pedemontana in prevalenza boschiva
sviluppatasi su di una terrazza di origine morenica e presenta, per
l'azione erosiva dei corsi d'acqua presenti sul suo territorio, «un
aspetto tutt'altro che monotono»': il paesaggio, infatti, è
caratterizzato dalla presenza di piccoli dislivelli, zone pianeggianti,
terrazzamenti e solchi torrentizi. La
torre si erge più precisamente su un altopiano nella zona meridionale
del borgo a 482 metri d'altezza, nei pressi di un'antica chiesa dedicata
ai Santi Ippolito e Cassiano (Fig. 1); collocata in una posizione
privilegiata della vallata a Nord del Lago di Varese è inoltre
visivamente collegata con il Sacromonte di Varese, ai piedi del
massiccio del Campo dei Fiori. Nonostante
un importante restauro avvenuto nel 1994 volto principalmente a
consolidarne la stabilità, la torre si presenta nella configurazione
attuale almeno dalla fine del XIX secolo (Fig. 2): dell'imponente
costruzione medievale, sono rimaste solamente due pareti e l'impronta
planimetrica quadrangolare. Delle due pareti conservate, quella rivolta a
Nord risulta più incompleta in quanto probabilmente più esposta a
crolli e sottrazioni di materiali mentre la parete Est conserva ancora
all'incirca le stesse dimensioni e un consistente numero di elementi
architettonici: in questo paramento murario, infatti, sono ancora ben
riconoscibili, grazie alla presenza di mensole in pietra e buchi nella
muratura per l'alloggiamento delle travi in legno, le tracce di cinque
solai oltre il piano terra e delle buche pontaie. Sono
inoltre chiaramente distinguibili quattro monofore a doppia strombatura
con terminazioni ad arco e quattro porte di accesso ai piani in
corrispondenza del corpo scala. Sul lato esterno della parete Est è
addossato il camino delle scale, di forma rettangolare e molto regolare,
accessibile attraverso un'apertura collocato in corrispondenza del
piano di spiccato; la parte sommitale della torre, anch'essa
parzialmente conservata, raggiunge un'elevazione di circa 33 metri. La
datazione e la funzione di questa costruzione vengono spiegate dalle
indagini storiografiche,che ne hanno stabilito una funzione
prevalentemente difensiva,e successivamente, nelle comprove derivanti
dalle ricerche archeologiche che, grazie a scavi e analisi in situ, ne
hanno confermato la funzione e hanno permesso una ricostruzione
temporale più precisa. Il
manufatto, la cui costruzione è ormai attribuita intorno al XI-XII
secolo, fu eretto su un antico presidio tardo-romano presumibilmente
appartenente a un sistema di difesa più ampio: il Limes Prealpino®. Esso
era un sistema di fortificazioni in comunicazione visiva reciproca
concepito per contrastare l'invasione barbarica da settentrione e
comprendeva una fascia di territorio congiungente la zona del Lario con
la zona del Verbano. Durante il periodo carolingio, nel VII secolo,
nonostante il decadimento del sistema difensivo, l'insediamento mantenne
la sua funzione di avvistamento. Difatti al posto dell'insediamento
romano fu eretta una casa-forte in grado di garantire, proprio grazie
alla sua posizione strategica, la capacita di avvistamento ad ampio
raggio e il controllo degli accessi al paese da sud. Nel
XII secolo, la zona di Velate, divenne anche territorio della famiglia
capitaneale dei Da Velate, economicamente legata all'antico Santuario
della Madonna del Monte, da cui provenne Guido Da Velate, Arcivescovo di
Milano tra 1l 104) e il 1069. Questo illustre legame spiegherebbe la
presenza di una costruzione così imponente e di grande capacità tecnica
in un territorio a vocazione agricola e pastorale come quello della
Velate medievale. Secondo le ricerche, la torre rimase in attività per
meno di un secolo finché non venne irrimediabilmente compromessa nel
periodo compreso tra la seconda metà e la fine del XII secolo, durante
le guerre tra le signorie dei Della Torre di Como e i Visconti di
Milano. Dai
documenti storici pervenuti risulta che, dopo questo periodo, la torre,
duramente colpita dalle continue battaglie, cadde progressivamente in
disuso e quindi abbandonata, consegnandola al destino di rudere. Nel
corso dei secoli il suo aspetto è stato modificato ulteriormente come
esito di crolli accidentali e, a partire dal XV secolo, di rimozione
graduale del materiale lapideo di due delle quattro pareti, fino ad
assumere l'aspetto attuale'. La
torre è riuscita fortunatamente a resistere fino ai giorni nostri
grazie alla sua mole e alla perizia costruttiva, ed è diventata tra le
più significative strutture che connotano il paesaggio varesino. Nel
1989 il FAI, riconosciutone il valore storico e simbolico, acquisisce il
manufatto e avvia subito una serie di indagini volte a consolidarne la
stabilità e a conservarne le condizioni dei materiali. Il primo studio®
volto a quantificare i danni subiti nel tempo e fermare il processo di
degrado in vista di un intervento di consolidamento più profondo è stato
effettuato da Renato Bazzoni, architetto milanese e fondatore dello
stesso Fondo Ambiente Italiano. Nel
1994, in occasione del restauro ad opera del FAl che ne ha restituito
la solidità e l'antico carattere, sono state condotte anche analisi di
tipo radiometrico' su una trave posta all'interno del paramento murario,
il cui esito ha permesso di identificare con più precisione il periodo
di costruzione, stimato appunto intorno al XI-XII secolo. Nel
2001 ha inizio una campagna di scavi archeologici che ha visto
collaborare la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e
il Fondo Ambiente Italiano. L'esito di questa operazione ha portato al
rinvenimento di importanti resti grazie ai quali è stato possibile
ricostruire con precisione alcune tappe della vita della torre. I
primi reperti, infatti, hanno permesso di identificare un insediamento
di epoca tardo-romana risalente al V secolo, confermando l'origine del
sito e spiegando le ragioni della posizione adiacente all'antica chiesa
di San Cassiano, nell'area archeologica della quale sono stati ritrovati
reperti appartenenti alla stessa epoca. Gli
approfondimenti effettuati con ulteriori scavi hanno permesso di
riconoscere fondazioni murarie solide e immaltate riconducibili a quella
che doveva essere una casa fortificata risalente a un periodo compreso
tra il VI e il VII secolo e edificata sui resti del precedente sito
tardo-romano. Le stesse analisi, infine, hanno consentito di avanzare
l'ipotesi che, sebbene caduto gradualmente in disuso, la funzione di
abitazione fortificata dell'edificio longobardo è stata mantenuta almeno
fino alla costruzione della torre nella conformazione giunta fino ad
oggi condizionandone posizione e orientamento.
("Procedure innovative, modelli scientifici e rappresentazioni virtuali per la conoscenza e la comunicazione della Torre di Velate" di Fabio Luce e Giovanni Carlo Luongo. Tratto da Sibrium 2016 Centro di Studi Preistorici e Archeologici di Varese, Collana di Studi e Documentazione fondata da M. Bertolone nel 1953 (in pdf di libero utilizzo). Su segnalazione de LA VARESE NASCOSTA)
--> Foto originale de IL SENTIERO DEL TAU