IL GIORNO E LA NOTTE

10.09.2023

Sono tuttora visibili le tracce dei terrazzamenti che, un tempo, erano presenti sul Monte San Francesco. Si trattava di un luogo abitato, dopotutto, organizzato in modo tale che gli abitanti potessero vivere la quotidianità di allora. Il Monte era il nucleo di una società che, nei secoli, ha disperso le tracce in vaghe ipotesi contemporanee. Il bosco ha preso possesso di un'area che, a prima vista, sembrerebbe essere stata qualcosa di significativamente grande e imponente, per l'epoca... o, meglio,  per le varie epoche che si sono susseguite,

Chissà come poteva apparire, secoli fa, senza la vegetazione che lo copre quasi interamente. Chissà quale suggestione poteva suscitare, la vista del borgo di Santa Maria del Monte, da un lato, e il lago, dall'altro. Chissà come potevano essere le albe e i tramonti, con i loro profumi e colori. Sono domande che, probabilmente, resteranno prive di risposta. Per avere una minima idea, bisognerebbe ricominciare a scavare, proteggendo l'area archeologica e ripulendo il bosco dai suoi eccessi che impediscono di vedere.

Qualcuno mi racconta spesso che il Monte seleziona le persone a cui dare il permesso di conoscerlo. Come una creatura dall'anima misteriosa, nel suo silenzio inviolato, sembra comprendere le intenzioni di chi lo percorre... per chiamarlo a sé o respingerlo.  Personalmente, mi ritengo una privilegiata: sin dal primo giorno in cui l'ho incontrato (nel novembre 2021), l'ho percepito come casa. Non ho mai avvertito sensazioni di disagio, come, invece, mi hanno riferito altre persone, né un senso di "aspettativa delusa" (qualcuno ha detto: sono solo rovine). Il Monte mi ha scelta per un motivo e il tempo stabilirà quale.

Di giorno, ciascuno lo vive in base al suo sentire personale, senza avvertire particolari "pericoli" nei suoi sentieri: la maggior parte dei (rari) camminatori/escursionisti che lo attraversano, segue le mappe indicate per imparare il percorso antico (da Velate) o optando per quello semplificato (dal Sacro Monte). Pochi altri - tra cui la sottoscritta - percepiscono qualcosa di diverso e ne restano attratti magneticamente. In ogni caso, quando la luce del giorno avvolge il Monte, la sensazione che si ha è quella di un bosco misterioso ma abbastanza sicuro.

Ma, di notte?

Mi sono trovata al suo ingresso (quello dalla strada comunale), di sera, solo una volta: non ci sono lampioni che facciano luce e il bosco è completamente immerso nell'oscurità. Il silenzio è quasi spettrale, come il suo colore simile a pece nera. Il bosco diventa un luogo sinistro che non viene la minima curiosità di percorrere. Qualcuno potrebbe affermare che la notte è il momento in cui i mondi si assottigliano e le verità nascoste prendono vita. Sicuramente, la fauna selvatica può percorrere il bosco senza il timore dell'uomo, il suo predatore più feroce. Visivamente, l'oscurità che lo avvolge non invita a fidarsi di una piccola torcia che possiede un raggio d'azione limitato.

Luce e oscurità: ciò che è in parte visibile e ciò che deve ancora essere scoperto e fa paura... perché non lo conosciamo. Due volti di uno stesso luogo che attende il "bacio del risveglio" dal suo lungo sonno secolare: quello della sua improvvisa cancellazione.


Paola Elena Ferri