Forest Bathing: solo per "over 65"?

08.10.2024

Quando parlo della disciplina dello Shinrin-Yoku ("Forest Bathing"), mi sento rivolgere quasi sempre lo stesso commento: "Camminate per over 65!". Chissà per quale motivo, si tende ad associare questa pratica a qualcosa di noioso, destinato a chi non ama camminare o presenta qualche difficoltà di deambulazione. Soprattutto, la si collega alla cosiddetta "Terza Età", quasi come ad affermare che, dopo i 60 anni, bisogna "appendere gli scarponcini al chiodo" e dedicarsi a "passeggiate tranquille". 

Nella società occidentale, molti concetti vengono facilmente fraintesi e collocati in schemi mentali opposti ("o è questo o è quello"), di fatto precludendosi possibilità di conoscenze differenti che potrebbero rappresentare strumenti utili a ciascun individuo. Il pensiero crea e distrugge, molto velocemente, incasellando l'attimo con ciò che conosce (o crede di conoscere).

Così accade per lo Shinron-Yoku che nel nostro contesto viene proposto come ciò che è solo in parte, e recepito con altrettanta settorialità. Siamo abituati a ritmi e contesti che ben poco lasciano a ciò che va oltre il comune tran-tran. Soffermarsi richiede l'abbandono di facili convinzioni e il nostro desiderio di controllo è tenacemente attaccato all'ego che accetta solo ciò che fa parte della sua normalità.

Le discipline orientali non sono facilmente sovrapponibili alle nostre, proprio perché nascono e si sviluppano in contesti differenti. Possiamo fare nostra quella parte che si perde nella contemplazione di un lago di montagna o di una radura sconfinata, assaporando profumi d'autunno o lasciandoci scaldare dal sole estivo. Possiamo abbandonarci al piacere del bosco che diventa una vera e propria terapia per l'anima, senza arrestare il passo, semplicemente adeguandolo all'emozione.

Rallentare non è un dovere: è una possibilità. Il passo può procedere con il suo ritmo, il cammino può conoscere dislivelli impegnativi. Il punto focale è permettere a sé stessi di trascorrere un po' di tempo nella natura, assaporandola nel profondo, ciascuno con le sue possibilità. Camminare è un dono che non tutti possono permettersi: l'idea della performance non deve inquinare il sentiero: è nell'impermanenza delle cose, il segreto che porta a vivere il qui ed ora come un attimo eterno.

E, per esperienza personale: ci sono molti ultraottantenni veloci come stambecchi e forti come lupi, in grado di doppiare i più giovincelli. Tutto è relativo a ciò che pensiamo di noi.